21 novembre 2007

"Nessun segreto: una pioggia d'oro frutto di tanto lavoro e qualità"




Undici vittorie consecutive in undici gare ufficiali: mai nessuna squadra, in nessuno sport, aveva fatto meglio in Italia. Le magnifiche ragazze del volley azzurro, guidate da Massimo Barbolini, hanno superato perfino il primato dei colleghi maschi del mitico team di Velasco. Hanno annichilito le avversarie più quotate e si sono appuntate al petto le medaglie d'oro dei campionati europei e della World Cup. Sono state capaci di stupire anche i più ottimisti con un incedere da rullo compressore che le ha fatte entrare nella leggenda facendole definire, da qualche mezzo di comunicazione, "invincibili". Una parola che Barbolini, coach di questo miracolo sportivo, non trova tuttavia adatta. Nulla di cui stupirsi se a parlare è un grande tecnico come quello italiano, notoriamente persona modesta e saggia.

Allora Barbolini, è troppo definire invincibile questa Nazionale?
"Siamo sicuramente una bellissima realtà ma, soprattutto nello sport, di invincibile non c'è nessuno. Nella pallavolo, poi, le squadre si alternano spesso al vertice. Diciamo che ci sono altre formazioni fortissime. Noi abbiamo realizzato ottimi risultati centrando tutti gli appuntamenti ed è qualcosa di cui andar fieri".

Ma 11 vittorie di fila non possono essere qualcosa capitata per fortuna.
"Nulla nasce per caso, questo è sicuro. I traguardi raggiunti sono frutto di un gruppo eccezionale di giocatrici che ha lavorato molto bene, sia tecnicamente che fisicamente. Inoltre i successi scaturiscono dalla forza di volontà e carattere che le ragazze hanno saputo dimostrare sul campo di gioco.

Lei è sempre terribilmente modesto, non pensa che gran parte del merito sia dell'allenatore?
"I meriti vanno sempre divisi tra tutte le componenti: dalle ragazze ai dirigenti, dallo staff tecnico a quello medico. E ovviamente (sorride ndr) anche con l'allenatore".

Ma questo può considerarsi solo l'inizio di un grande periodo del volley femminile italiano?
"Speriamo. Sicuramente ci proveremo ancora cercando di fare sempre del nostro meglio. Tuttavia non bisogna dimenticare che, al mondo, ci sono 5 o 6 squadre di altissimo livello con cui bisognerà sempre fare i conti".

Un anno da incorniciare: qual è stato il momento più bello?
"Probabilmente la vittoria agli Europei. Una sensazione bellissima per tutto l'ambiente. Quei due giorni in Lussemburgo, così intensi, con le vittorie contro la Russia e la Serbia sono stati incredibili. Non che la World Cup sia stata da meno, ma è qualcosa che si è concretizzata in modo più diluito, partita dopo partita. Un gran bel momento anche quello, comunque".

C'è qualche segreto, qualche aneddoto, che si può raccontare dietro questa vostra favola sportiva?
"No, niente di particolare. Solo tanto lavoro e tanta qualità del gruppo".

Qualcuna delle sue pallavoliste l'ha sorpresa per il valore dimostrato?
"In realtà no, conoscevo bene il valore di tutte. Ripeto, a certi livelli non ci si inventa nulla. Piuttosto mi ha fatto piacere trovarle sempre concentrate, decise, constatare che affrontavano ogni gara con umiltà ma anche con grande determinazione. E' quello che ogni allenatore si augurerebbe di vedere fare ai propri atleti".

Come preparerete ora le Olimpiadi di Pechino? Ha buone sensazioni se ci pensa?
"E' presto per dirlo, per ora è meglio godersi la vittoria mondiale. Poi inizieremo un programma per arrivare nella maniera migliore possibile all'appuntamento olimpico. Intanto c'è anche l'intenzione di creare un gruppo sperimentale, alle spalle di quello attuale delle nazionali, costituito dalle giocatrici più interessanti del campionato".

Chi teme di più in prospettiva olimpica? E' d'obbligo fare dei nomi.
"Allora dico Cina, Russia, Brasile, Cuba e Usa".

La soddisfazione più bella per Massimo Barbolini personalmente?
"Quella di aver visto la squadra giocare così come ha giocato. E poi arrivare a conquistare una coppa del mondo per un allenatore è qualcosa di unico che corona molti sogni e appaga sicuramente".

1 commento:

Bracco ha detto...

Credo che Barbolini sia, oltre che un grande allenatore, una grande persona. Come spesso accade nella vita di tutti i giorni, anche nello sport, le persone più umili, quelle modeste per davvero, riescono sempre a dare il meglio in ogni situazione. Ho visto alcune partite delle ragazze della nazionale, e ho avuto la sensazione di una grande squadra, unita, in cui ogni singolo elemento ha fatto alla perfezione ciò che doveva fare. Il merito è certamente delle atlete che sicuramente avranno dato il 100% sia in allenamento che in campo, ma una parte del successo va anche all'allenatore che ha guidato con grande sapienza e capacità questo bel gruppo di campionesse. Complimenti Barbo anche perchè la pallavolo ha bisogno di risultati così!!!