27 febbraio 2007

VELASCO DOCET

VELASCO

"A volte si impara di più perdendo con un avversario forte che vincendo contro uno debole."

"Il problema di fondo è che l'errore viene visto come una dimostrazione di incapacità e non come strumento di apprendimento"

"L'alibi oltre a distruggere l'armonia, impedisce di progredire, di imparare. L'errore segnala la necessita di apportare modifiche, la scusa, invece impedisce di mettere in moto delle risorse che, a volte, non si sa neppure di avere"

DURANTE I TIME OUT dire SOLO COSA FARE e COSA PENSARE: se c'è un errore si deve sapere di chi è stato (se non si sa non è stata curata bene la situazione in allenamento e quindi occorre farlo) quindi è inutile stare a parlare della palla prima: meglio andare a pensare alla palla dopo! In ogni situazione i nostri atleti debbono anche sapere cosa è errore e cosa non lo è, dove finiscono i meriti dell'avversario e dove cominciano i propri demeriti.

Noi facciamo un mestiere particolare, difficile perchè non ci basta fare le cose bene, dobbiamo farle meglio degli altri. Se noi facciamo una bella partita e poi perdiamo per una palla,Pochi si ricorderanno se abbiamo perso per molto o per poco.

Se non ci riusciremo non ci considereremo dei perdenti, sapremo però che abbiamo fallito un obiettivo. Ma l’aver fallito un obiettivo non vuol dire essere nella merda della storia. E questo è valido anche e soprattutto per i giovani. Voi dovete cercare di vincere il più possibile, ma non credete a quelli che vi dicono che il mondo si divide tra vincenti e perdenti. Il mondo, secondo me, si divide soprattutto tra brave e cattive persone. Perlomeno questa è la divisione più importante. Poi, tra le cattive persone ci sono anche dei vincenti, purtroppo. E tra le brave persone, purtroppo, ci sono anche dei perdenti.

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