Qualche persona, pur non essendo un
giocatore, ha la pallavolo nel dna, capita a chi proviene da zone dove
la disciplina delle schiacciate è una filosofia di vita, come nell’Alta
Valle del Tevere. Ma per scrivere storie vincenti serve che molti
tasselli dello stesso puzzle vengano incastrati alla perfezione. Quella
che porta la data di giovedì 11 maggio 2017 vale la pena di essere
raccontata perché a contribuire ad un successo a lungo cercato è stato Alessio Botteghi,
fisioterapista originario di Trestina che ha cucito sul petto il
tricolore della pallavolo femminile: «È stata una stagione incredibile,
tanti gli infortuni delle atlete e grande il lavoro svolto per cercare
di rimettere in pista coloro che, volta per volta, avevano acciacchi.
Proprio per questo la soddisfazione è massima». La sua esperienza nel
volley è iniziata proprio a Novara, nel lontano 2005, lavorando nel
settore giovanile e pare una fiaba col lieto fine quella che si è
compiuta pochi giorni fa. «Avevo conosciuto l’ambiente novarese
esordendo nel 2007 con la prima squadra di serie A1 femminile. Poi le
strade si erano separate ed avevo accettato la proposta con la nazionale
della Turchia, in seguito ero rientrato in Umbria per seguire Città di
Castello in A2 ed in superlega ma quando tutto finì non pensai di
lasciare questo mondo, anche se nel frattempo era nata una
collaborazione con la nazionale di basket. Nell’estate del 2015 stavo
valutando un progetto nel settore maschile quando ricevetti una chiamata
da Novara che valutai stimolante, ero uscito dalla porta di servizio e
sono rientrato dalla porta principale». Due stagioni molto travagliate
nelle quali c’è anche lo zampino del fisio sul percorso che ha portato
allo scudetto. «Il lavoro da fare ce n’è stato parecchio e per questo
motivo la soddisfazione è davvero grande. Quattro sconfitte consecutive
ad inizio stagione in una piazza ambiziosa aveva messo tutti con le
spalle al muro ma da lì sono state incamerate dieci vittorie
consecutive. Siamo andati avanti tra alti e bassi con il terzo posto
alle fine del girone di ritorno che presentava qualche rammarico. Ai
play-off l’inizio è stato in salita con sconfitta ed infortunio a
capitan Piccinini, siamo comunque riusciti ad andare avanti e quando
abbiamo recuperato lei in finale abbiamo esordito con un’altra sconfitta
ed infortunio a Barun (la mvp del campionato). Insomma di fortuna non
ne avevamo avuta molta, ma siamo stati capaci di reagire e di tornare in
campo al completo rovesciando per l’ennesima volta la serie. I
ringraziamenti ricevuti dalle giocatrici più esperte che sono state
rimesse in pista dopo periodi negativi sono quanto di più gratificante
possa aver ricevuto come professionista». Una stagione in rincorsa nella
quale è stata sconfitta anche la malasorte che attanagliava il club
piemontese, arrivato più volte vicino a realizzare il suo sogno ma senza
mai realizzarlo. Per il trentaseienne umbro l’ultimo pensiero è per chi
ha creduto in lui e che merita i ringraziamenti più grandi. «Dedico la
vittoria alla società sportiva, ed a tre persone in particolare, la
presidente Suor Giovanna Saporiti, il patron Fabio Leonardo e general
manager Enrico Marchioni. Devo anche ringraziare infinitamente mia
moglie Valentina che ha sopportato con pazienza tutti i sacrifici fatti
in famiglia. Devo dire che ho ricevuto tante telefonate inaspettate
dalla pallavolo tifernate ed umbra, telefonate che mi hanno fatto
estremamente piacere». Le favole nello sport esistono e ora anche
Alessio può gridare “Campioni d’Italia”.
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