25 marzo 2012

Vigor fermato dieci anni fa


"Il cuore batteva troppo forte"
Bovolenta aveva già avuto problemi cardiaci e metà degli anni novanta ed era rimasto fuori dai campi di gioco per quattro mesi. Poi i controlli non avevano più dato segnali preoccupanti
di ALESSANDRA RETICO
Vigor fermato dieci anni fa "Il cuore batteva troppo forte"
ROMA - Il cuore gli batteva forte. Troppo. Così tanto che per un lungo periodo, quattro mesi, si era dovuto fermare, a metà degli anni '90. Poi aveva ricominciato, tutto sembrava essere tornato a posto. I controlli negli anni non avevano mai dato segnali di preoccupazione. Fino a ieri sera quando alla battuta, all'inizio del terzo set, Vigor non ce la fa: gli gira la testa, si accascia e dopo un'ora muore. Il cuore di Bovolenta, 37 anni, dopo una vita di apparente normalità, l'ha tradito così. A Macerata, sul campo mentre giocava con la sua Forlì, serie B2, dopo una carriera al vertice.

Domani l'autopsia nell'ospedale marchigiano, dove l'ex centrale della nazionale è stato portato dopo il malore: ambulanza arrivata in sette minuti, tentativi di rianimarlo anche con il defibrillatore. Ma niente: Vigor non ha più riaperto gli occhi. "Non riesco a trovare le parole". Andrea Giani piange, è uno dei più cari amici di Vigor insieme all'ex capitano Samuele Papi. Insieme hanno giocato in nazionale, ai tempi dei Fenomeni di Velasco. Generazione d'oro. "Ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, lui aveva più o meno 17 anni e durante il riscaldamento a rete mi attaccò in testa, io mi arrabbiai molto: era praticamente l'inizio tra lui e l'agonismo". Difficile trovare un perché, Giani, che ora allena la M. Roma,
dice: "Siamo molto controllati, ma possono esserci delle piccole disfunzioni impercettibili. E' difficile che possa accadere quello che è accaduto, ma c'è sempre una piccola possibilità. Sono casi rarissimi ma ci sono".

Dalla società romagnola, dove Bovolenta era arrivato l'anno scorso, spiegano che Bovolenta si allenava bene e non aveva alcun problema medico: "Certificati clinici a posto". Il mercoledì era sempre a riposo, visto che dall'estate 2011 aveva accettato l'incarico di seguire il marketing della società: "Aveva un ottimo rapporto con tutti i giocatori e ci teneva a promuovere una squadra e un club che erano la sua ragione di vita".

Era nato a Contarina in provincia di Rovigo il 30 maggio 1974. Altissimo: 202 cm. Già nelle categorie giovanili andava fortissimo: campione d'Europa con la nazionale juniores nel 1992, ha esordito in quella assoluta con Julio Velasco, pochi giorni prima di compiere i 21 anni (a l'Avana il 3 maggio 1995 contro Cuba). In azzurro ha vinto tanto, arrivando a giocare la finale olimpica ad Atlanta 1996. 206 le partite in cui ha fatto parte della nazionale, vincendo: l'argento olimpico nel 1996, la World Cup 1995, gli Europei 1995 e 1999 (argento nel 2001 e bronzo 1997), tre edizioni della World League 1995, 1997 e 1999. Ha chiuso la sua carriera in azzurro giocando la sua seconda Olimpiade a Pechino 2008. Il mondo del volley balbetta. Il presidente federale Carlo Magri: ''Sono sconvolto e senza parole. Vigor oltre ad essere stato un grande campione, era un ragazzo eccezionale, uno di quelli da prendere da esempio per rappresentare la nostra gioventù. Me lo ricordo giovanissimo in campo, generoso e combattivo. Tante immagini belle che si rincorrono".

Lui con la moglie Federica Lisi, anche lei ex pallavolista della nazionale, insieme quattro figli, gli ultimi due gemelli di un anno. Ieri Federica ha preso l'auto per andare a Macerata a salutare il suo uomo. Insieme a Novella, moglie dell'ax azzurro Andrea Gardini. La famiglia della pallavolo, col cuore che batte insieme, molto

DA REPUBBLICA .IT

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