17 gennaio 2020

VUOI VINCERE? ALLENA L'IGNORANZA!!

Lo so il titolo è provocatorio. Ma poi non così tanto, lo è se si interpreta la parola " ingnoranza " come atteggiamento irrispettoso nei confronti di qualcuno. Non lo è se lo si interpreta come " mancanza di conoscenza".
Spesso, infatti, vedo nei settori giovanili, la tendenza ad allenare, solo, le cose che si sanno fare, a puntare a sfruttare le poche risorse disponibili per " vincere " qualcosa in più. Vittoria che nella maggior parte dei casi, rimane fine a se stessa, importantissima ai fini societari e per la soddisfazione dei ragazzi, ma che tende a bloccare lo sviluppo sportivo dell'atleta, creando un falso riferimento: - riesco a vincere, quindi sono bravo. Convinzione che porta all'abbandono ( dropout ) sportivo quando aumentano le difficoltà con il susseguirsi delle categorie, per le troppe aspettative. 
Purtroppo, in un gioco di squadra come questo, l'individualità ha una grossa incidenza nei primi anni di attività, dove l'atleta precoce, può compensare le mancanze di alcuni giocatori, e dove il gioco in se si sviluppa sul piano del " chi sbaglia meno vince ". 
Quindi è giocoforza, non limitarsi ad allenare le cose che i nostri atleti sanno fare, ma bisogna allenare la loro "ignoranza", puntando a dare ai ragazzi più strumenti possibili, allenando, come diceva un grandissimo allenatore, anche " l'impossibile e l'improbabile" cercando di non limitarsi nel cercare e trovare nuovi modi per stimolare l'apprendimento di cose che non si sanno fare.
Non saper fare una cosa e imparare a farla però richiede tanto lavoro, sopratutto se il transfert è limitato dal poco tempo che si ha a disposizione. Ma è necessario, se l'obiettivo societario è costruire giocatori vincenti e sopratutto per riuscire a dare i mezzi necessari ai nostri atleti di diventare "bravi".
Perché la "bravura" va alimentata, per rendere consapevole il ragazzo delle proprie capacità, che di conseguenza generano: entusiasmo,  voglia di allenarsi e di sacrificarsi. 
Allenando, appunto, l'ignoranza, la fantasia e l'autonomia. 
Questo modo, a mio avviso, di strutturare il proprio sistema dinallenamento, inevitabilmente, genera una cosa meravigliosa, che si chiama AUTOSTIMA, e questi tempi, non crea solo atleti di SUCCESSO, ma PERSONE di successo. 

VLRNK

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