La Sir Safety Perugia, dopo il
sesto posto della passata stagione, cerca di ripetersi in serie A1
maschile. Il club bianconero può davvero recitare un ruolo da
protagonista, magari puntando ad un posto in Europa. Nessuno lo dice
apertamente ma si respira un certo ottimismo dopo la campagna acquisti
mirata che hanno condotto i ‘block-devils’. Come sua abitudine il
presidente Gino Sirci non si nasconde: «Siamo soddisfatti perché
abbiamo centrato quasi tutti gli obiettivi di mercato che ci eravamo
proposti. L’allenatore Kovac è contento ed è convinto di fare bene, ma
come sempre sarà solo il campo a dire se abbiamo fatto bene. Quest’anno
si punta come obiettivo primario e minimo a confermare la posizione
dello scorso campionato, il sesto posto. L’anno scorso ci è andata bene e
le condizioni sono state favorevoli, teniamo la testa sulle spalle e
cerchiamo di ripeterci. Proveremo a divertirci in campionato ma vogliamo
fare bella figura anche in coppa Italia. Abbiamo cercato di costruire
un team intorno al nocciolo duro della passata stagione, è logico che
nelle scelte non sempre si ha fortuna, qualche pedina può risultare meno
valida ed utile rispetto alle previsioni». L’ulteriore anno nel blocco
delle retrocessioni ed il passo indietro che molte società sportive
stanno facendo non hanno fermato la dirigenza che ha cercato di portare
in maglia grifona alcune pedine interessanti. In un momento difficile
come quello attuale il numero uno perugino espone il suo pensiero
personale. «Castellana Grotte, Vibo Valentia e ora Trento fanno passi
indietro, i club arrancano e la sensazione è che non si sta facendo bene
nella pallavolo. Forse ci vorrebbe un po’ più qualità nelle promozioni
di questo sport. Il volley, al di là delle partite in tv, meriterebbe
più spazio nella carta stampata e su internet, i media non si occupano
troppo della nostra disciplina. Non c’è una buona comunicazione del
prodotto pallavolo, andrebbe fatto qualcosa di più. Se anche le grandi
squadre soffrono è per questo motivo, la crisi c’è ma nella pallavolo
sembra che sia molto peggiore che negli altri sport e le difficoltà sono
figlie di un disinteresse per il movimento. Quando si va a parlare con
gli sponsor si ricevono risposte negative perché l’opinione pubblica è
informata quasi esclusivamente di calcio, i giornalisti e gli editori
sono i primi responsabili del crollo nella pallavolo. Sono fermamente
convinto che le disgrazie non avvengono in maniera casuale, se non si
trovano energie economiche c’è un male profondo. Se i giornalisti
continuano a fare questo tipo di informazione, parlando delle notizie
futili e del gossip nel calcio, di notizie fritte e rifritte, è logico
che tutti conoscono solo quelle. Nello sport si dovrebbero fare delle
interviste ai personaggi, ai campioni che hanno dato lustro a questo
sport e al nostro paese, si dovrebbe parlare dei giovani talenti e delle
future promesse, invece ci ostiniamo a parlare di calcio anche senza
avere notizie. Questa nostra situazione è paragonabile ad un animale in
via d’estinzione, a vedere le partite ci vengono quasi esclusivamente ex
giocatori ed ex dirigenti, non si allarga l’interesse alla opinione
pubblica. La crisi c’è ma è più forte che nel calcio e nel basket, c’è
una colpa dei media e poi del movimento che vivacchia e non fa
interventi mirati». Per quanto riguarda il settore giovanile i perugini
hanno fatto una sterzata. «Il campionato di serie D non lo facciamo
più, su quello di serie C siamo incerti se continuare. Siamo invece
interessati a collaborare con altre realtà sportive, come ad esempio
Spoleto e Chiusi con cui ci sono buoni rapporti giù da qualche tempo».
da pianeta volley
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