01 gennaio 2014

Lettera di un tifoso



LETTERA APERTA SUL VOLLEY ALTOTIBERINO

Abbiamo letto nei giorni scorsi che “i tifosi di Città di Castello continueranno a non sostenere la squadra di pallavolo”.
Per la verità abbiamo visto, in questi mesi in cui ha preso il via la nuova avventura dell’Altotevere Città di Castello, il Palazzetto di San Giustino riempirsi, spesso sino ad essere gremito, di sostenitori tifernati, sangiustinesi ed altotiberini in genere.
Ci siamo allora chiesti: forse abbiamo dimenticato di richiedere, oltre al biglietto od all’abbonamento, una qualche certificazione, un imprimatur, una vaccinazione?
Sia chiaro: il tifo ci piace, e ancor più è bello se è caloroso, colorito, trascinante.
Pertanto è stato apprezzabile che, arrivata la squadra in serie A2, dopo una lunga ed entusiasmante risalita dalle serie inferiori – accompagnata da tanto sostegno della nostra gente -  essa abbia trovato ancora più incitamento e passione.
 Ancora più significativo è che ciò sia stato catalizzato da un moto di empatia e solidarietà con il Presidente Arveno Joan e la consorte Maria Antonietta Biagioni,  protagonisti emeriti delle origini e delle fortune del nostro volley, e la cui recente, massimamente dolorosa vicenda familiare si intreccia così significativamente proprio con la storia della pallavolo altotiberina.
Vogliamo per nostro conto indirizzare il più caloroso ed affettuoso saluto al Presidente ed alla sua famiglia, assieme alla riconoscenza per le emozioni che hanno così fondamentalmente contribuito a donarci.
Ci auguriamo, quindi, che il sostegno alla nostra squadra sia sempre maggiore.
Aggiungiamo altresì che il volley – italiano ed internazionale - è giustamente apprezzato e degnamente fiero per la peculiare qualità della passione che lo anima; specificità che lo ha quasi sempre preservato dalle trivialità, dall’intolleranza e dalle violenze - che troppo spesso trascendono dalle incontinenze verbali  a quelle fisiche – che segnano purtroppo altri sport.
Auspichiamo, pertanto, che anche la nostra realtà sia si sempre più caldamente condivisa; ma che ogni momento possa essere condiviso da noi, e dai nostri figli e nipoti, perchè essi siano negli spalti come vorremmo e vogliamo che siano nella vita.
Anche perché lo spettacolo sportivo stimola i nostri nipoti e figli ad assimilare, e meglio ancora ad emulare e vivere nelle palestre, ciò a cui assistono negli spalti e nei taraflex.
Ed allora, sosteniamo convintamente la nostra pallavolo.
Consapevoli, certo, che l’evoluzione altotiberina ha rischiato e rischia di toglierle slancio, disorientare, sino a rendere esili le sue radici, che proprio adesso – invece – devono essere più capaci di trarre ogni preziosa linfa dal proprio territorio.
Ma consci, ancor più, che le nostre genti siano e  saranno in grado di apprezzare sempre meglio il percorso intrapreso, che è proprio quello in grado di consolidare un’esperienza così gratificante  per gli appassionati; così positiva per l’immagine del territorio altotiberino; tanto utile per gli imprenditori che  sostengono e vorranno sostenere una compagine in serie A1, ovvero in un campionato con risonanza ed esposizione mediatica in ogni angolo d’Italia e del mondo.
Vogliamo altresì essere fiduciosi che si ricongiungano in nuova e piena sinergia tutte le componenti del movimento pallavolistico, che assieme hanno consentito di riportarlo nella massima serie; ci permettiamo, in tal senso, di invitare ogni protagonista di tale realtà a profondere ogni sforzo di reciproca comprensione, per ricostituire quella unità di intenti e di azione indispensabile per continuare un viaggio così fantastico nel suo percorso e nei suoi traguardi: fantastico ed entusiasmante sia per essere tornato ai massimi vertici del volley, sia per aver mantenuto e consolidato una così ricca e radicata realtà giovanile, indispensabile base per il futuro di ogni sport.
 In questo, i nostri amministratori hanno certo un ruolo fondamentale e prezioso: proprio perché rappresentano – con sacrosanto legittimo orgoglio – i propri (bellissimi) campanili e castelli, su di essi grava il compito di unirli in una sky line assieme suggestiva e vincente.
Riflettano essi, e noi con loro, su quanti fiumi di inchiostro e giga byte di file si sono versati sul tema del sistema vallata (obbiettivo irrinunciabile e vitale per la nostra economia, sbocco naturale di un humus unitario dai tempi di Plinio, eccetera): e vorremmo ora affondare, per ignavia - o addirittura per consapevole volontà di (questa volta si gretto) campanilismo – proprio questa barca, che ha lasciato i moli del porto per solcare il nostro Tevere?
E’ vero: i tifernati si sentivano più protetti dalle consuete mura amiche del Pala Joan; i sangiustinesi si sentono un po’ spiazzati e deprivati a vedere nel palazzetto della propria cittadina una realtà non più diretta ed esclusiva espressione di quest’ultima; i biturgensi si ritengono poco coinvolti in una realtà non vissuta sinora in prima persona.
E però: nei giorni scorsi, uscendo dal Palkemon ci siamo trovati dinanzi al Castello: parliamo del Castello Bufalini.
Siamo rimasti colpiti dal significato e dalle valenze di questa così bella opera; e andandoci a riguardare la sua storia, abbiamo meglio capito perché.
E il perché è presto detto: esso è stato eretto dalla famiglia biturgense dei Dotti; sempre rinato dalle ripetute distruzioni, è stato acquisito dai Bufalini: famiglia di tifernati, ma che – coadiuvati dai Vitelli -  lo implementava ed arricchiva, radicandosi nel Comune, ed ottenendo anche il riconoscimento a Contea del territorio sangiustinese.
Ed ora, il Castello è un giusto vanto di San Giustino, ed uno dei poli attrattivi del turismo altotiberino.
Insomma: “l’unione fa la forza” non è un modo di dire, ma di fare.
Ed allora, amici valtiberini, per il prossimo mercoledì otto gennaio – alle ore 20:30, quando arriva il forte Perugia – partiamo dalle vie attorno al Palazzo Dotti di Sansepolcro, da Città di Castello e da attorno al Castello: tutti appunto a gridare, assieme, “FORZA CASTELLO!”
Maria Laura Franchi                      e                      Sergio Rossi
laura2108@libero.it                                                           avvocato.rossi@virgilio.it

Nessun commento: